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Dimensioni del pene: quanto contano per la psiche

Fra i problemi psicologici che dimostrano di avere un maggiore impatto sulla psiche dell’uomo, troviamo senza ombra di dubbio la cosiddetta “sindrome del pene piccolo”.

Questa condizione mentale, infatti, può provocare forti livelli di ansia di prestazione e naturalmente un calo nell’autostima molto marcato. Nonostante esistano dei casi clinici certificati di micro-peni, in realtà la maggior parte degli uomini che soffre di questa sindrome possiede un membro di dimensioni medie, considerate come “accettabili” dalla società di oggi.

Eppure, le conseguenze psicologiche possono essere ugualmente impattanti. Dimensioni del pene: quanto contano per la psiche?

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Sindrome del pene piccolo: una paura psicologica

Di certo, ad oggi possiamo partire da una certezza: la sindrome del pene piccolo, dunque la paura delle dimensioni inadeguate, non è frutto di un fattore fisico ma psicologico.

Si tratta, infatti, di una condizione molto diversa dalle conseguenze psicologiche portate dalla presenza di un pene effettivamente al di sotto degli standard in questo sito trovate specifiche sulle dimensioni medie italiane (comeingrandireilpene.com).

In sintesi, in quanto patologia psichica, può essere curata attraverso un iter di presa di coscienza della falsità del problema: è l’uomo che deve in primis intervenire su se stesso, per sentirsi meglio e per liberarsi dalle conseguenze psicologiche della sindrome del pene piccolo.

È una questione di ricostruzione della propria percezione del sé, che naturalmente aiuterà anche in situazioni mentalmente delicate come i rapporti sessuali: questo perché questo problema porta innanzitutto delle notevoli difficoltà relative all’ansia da prestazione. Per concludere questa sezione introduttiva, oggi studiosi come Shamlour hanno già identificato dei trattamenti psicologico-sessuali per superare la sindrome del pene piccolo (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15922413).

Dimensioni del pene: quanto contano per la psiche?

Gli effetti sulla psiche portati dalla percezione del proprio pene come piccolo, sono notevoli e potenzialmente molto difficili da superare. Questo è possibile denotarlo studiando le caratteristiche psicologiche degli uomini che soffrono di tale condizione: generalmente, coloro che identificano come piccolo il proprio pene presentano forme cliniche di ossessione, fissazione e un numero elevato di barriere psicologiche.

Questo significa che spesso i suddetti individui sono certi al 100% di avere un membro sotto-dimensionato: insistono sulle misurazioni dei genitali, sostenendo la loro inadeguatezza da un punto di vista “matematico”.

Naturalmente, il primo effetto psicologico di questa sindrome è la certezza di non poter soddisfare sessualmente il proprio partner. Questa fobia porta ad altre conseguenze: la paura di affrontare un amplesso, e dunque la tendenza ad evitare i rapporti sessuali.

Vi è anche la tendenza a usare i rapporti con le prostitute come palliativo, per evitare possibili giudizi da parte del partner. È una questione di vergogna di se stessi, e di timore nell’andare incontro al disprezzo e alla derisione da parte delle donne.

Empatia e visione dell’altro sesso: una fobia sociale

C’è un fattore che spesso rende un uomo maggiormente soggetto alle fobie del pene piccolo: è la particolare empatia verso l’altro sesso, e la visione che si ha delle donne.

Quanto contano per la psiche le dimensioni del pene? In questi individui tantissimo. Il motivo? Tendono a vedere le donne al pari di divinità da compiacere: per loro, questo è l’unico fattore che conta, al di là del godimento sessuale personale. Qui entrano in gioco fattori psicologici molto complessi: la visione del “Dio” implica la presenza di una condanna in caso di mancata soddisfazione del suddetto.

Questo porta all’identificazione della donna come una entità minacciosa, perfida: il comportamento associato all’eventualità di un rapporto sessuale, dunque, porta una determinata varietà di disturbo d’ansia che può essere equiparato ad una vera e propria forma di fobia sociale.

Questo argomento è stato ad esempio trattato dallo studio di Angela Fang e Stephen Hofmann sulla sindrome del pene piccolo come fobia sociale (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2952668/). Ciò provoca, come già accennato, una tendenza ad evitare il contatto fisico con l’altro sesso, per mascherare la presunta inadeguatezza dei propri genitali. Si tratta chiaramente di una sindrome che parte da una visione psicologicamente distorta dell’universo femminile e della sfera sessuale.

Sindrome del pene piccolo: le conseguenze psicologiche

L’ansia sociale e la paura nell’intrattenere un rapporto sessuale, unite ad una reale mancanza di esperienza, portano questi individui verso un profondo stato di depressione, infelicità e di disperazione: in alcuni casi, sono stati anche registrati tentativi di suicidio.

Fra le altre cose, la rigidità di pensiero di questi individui è un classico sintomo della presenza di un disturbo d’ansia o di un problema depressivo: dunque la sindrome del pene piccolo può essere a tutti gli effetti considerata come una malattia psichica.

La percezione del sé, infatti, appare distorta a più livelli: essa parte da una consapevolezza mentale di inferiorità sia in termini di dimensione dei genitali, sia in termini generali. Per un terapista risulta molto difficile intervenire in un percorso di cura, perché costoro presentano sempre la propria inadeguatezza come un dato di fatto, dunque non soggetta a discussioni.

Oltre il disturbo sociale: il narcisismo invertito

Per comprendere quanto contano per la psiche le dimensioni del pene, è il caso di andare oltre i problemi ansiogeni, la depressione e i disturbi sociali. In alcuni casi, infatti, questa rigidità di visione sul proprio pene potrebbe nascondere qualcosa di simile ad un disturbo della personalità o ad un ritardo di sviluppo sociale: questo potrebbe avvenire soprattutto con gli uomini cresciuti con l’errata consapevolezza di avere un pene piccolo.

Quando accade ciò, spesso il rapporto uomo-donna viene ancorato al rapporto figlio-madre: cosa che implica l’assenza del concetto dell’unione maschio-femmina in termini adulti. Così si spiegherebbe anche la tendenza ad evitare il sesso.

Ecco perché studiosi come Lachmann parlano di narcisismo invertito applicato alla sindrome del pene piccolo (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6806841). In pratica, in questo caso il narcisista non concentra il proprio interesse su se stesso (come avviene di norma), ma sull’altro sesso: è una sorta di definizione scientifica della “teoria del Dio” esposta in precedenza.

Al contrario del canonico narcisista, il narcisista invertito nutre una visione del sé opposta: non gode di smisurati livelli di autostima, ma al contrario soffre di una forte mancanza della suddetta. Di contro, non svaluta gli altri ma se stesso. Allo stesso tempo, rispetto al narcisista, costoro non vedono le donne come oggetti sessuali, ma come divinità da soddisfare in tutto e per tutto.

Sindrome del pene piccolo e disturbo dismorfico del corpo

Sindrome del pene piccolo

La sindrome del pene piccolo, a livello scientifico, deriva dalla presenza del disturbo dismorfico del corpo: una condizione che vede una distorsione percettiva del proprio corpo.

Ad esempio, questa è la sindrome che affligge le persone sofferenti di anoressia e di altri disturbi alimentari, ma è anche presente negli uomini che hanno la convinzione errata di possedere genitali al di sotto dei livelli standard.

Fra le conseguenze psicologiche di questo problema, vi è anche una rabbia perenne che rende questi uomini molto aggressivi con il proprio fisico: per meccanismo di auto-difesa, imputano al mondo la causa delle proprie disgrazie. Costoro sono anche diffidenti nei confronti dell’altro sesso: le donne vengono viste come inarrivabili e, se qualcuna si avvicina, subito scatta la chiusura e il dubbio che esse vogliano solo deridere l’uomo.

Fra mancanza di esperienza e porno: considerazioni finali

La mancanza di esperienze sessuali reali, spinge spesso gli uomini che soffrono di sindrome del pene piccolo a rifugiarsi nel porno. Al tempo stesso, un abuso di questi contenuti può provocare e aumentare la visione distorta del proprio corpo.

Questo perché i soggetti tendono a confrontare il proprio pene usando come termine di paragone quello degli attori hard: naturalmente il risultato può essere molto impattante a livello psicologico. Si tratta di un “errore di calcolo”, in quanto peni sovra-dimensionati non possono rappresentare un valido paragone.

7 commenti su “Dimensioni del pene: quanto contano per la psiche”

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    Verissimo tutto quello che dice Lei concordo perfettamente.
    Ma bisogna anche distinguere da chi è perfettamente nella media e nella norma da chi ha un pene di 8 centimetri e cade in questa sindrome. Come non si può giustificare? si sente inadeguato, fa parte di meno del 5% dei maschi di questo pianeta con queste caratteristiche fisiche, ed è verissimo che con la penetrazione un pene di tali dimensioni non possa stimolare la vagina, per cui deve integrare con altro per arrivare ad essere come gli altri. Parliamo di carenze, di deficit sessuali veri. Dobbiamo chiamarli con il loro nome, cioè Handicap, solo questo potrà aiutare questi poveri uomini ad uscire dalla loro condizione di disagio con l’aiuto di psicologi che li portino ad accettarsi per come sono.
    Io ancora non l’ho fatto e ci sto mettendo una vita per farlo, ho un pene di 10 cm ma il sentirsi sotto la media, fa ancora male.

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    Ho un pene di 15 cm nel mondo del sesso libero è considerato decisamente piccolo nelle statistiche nazionali è considerato normale io sono d’accordo con la prima ipotesi ultimamente ho avuto un rapporto con una ragazza con un fondoschiena un po’ abbondante e con i miei centimetri non sono riuscito neanche a prenderla da dietro con un bel colpo per la mia autostima, Certe lamentele di noi uomini normali hanno dei fondamenti fidatevi non è il porno è la realtà… purtroppo. E non liquidiamo che non era la ragazza per me, era il contrario se avessi avuto 20 cm sarei andato bene per tutte. Un saluto.

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      Mahh! Sono sicuro che non era il momento, magari mancava il feeling o l’eccitazione non era ai massimi livelli, ti posso assicurare che nei portoni , in piedi , non in condizioni ottimali intendo , alla pecorina nel contesto ne ho scopate più di una e ho le tue medesime misure, anzi sono sotto di un paio di millimetri.

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    “Per un terapista risulta molto difficile intervenire in un percorso di cura, perché costoro presentano sempre la propria inadeguatezza come un dato di fatto, dunque non soggetta a discussioni”.
    Discissioni! Già, da un po di tempo evito di discutere e di parlare di questo problema, problema esistente e non fissato nella mia testa.
    Sono sposato da tanti anni, dopo 20 anni la mia consorte mi ha appellato “spillo”, non certo durante una litigata, ma dopo un rapporto sessuale andato a buon fine con tanto piacere da parte sua ( sempre che non abbia finto per due decenni) Dopo anni mi sono divorziato ,( non certo per quella motivazione)quello che non capisco è , se non le andavo a genio perchè ha detto il fatidico si? Non ero ricco, non ero possidente, eravamo solo due semplici lavoratori.
    Successivamente ho avuto una relazione con una donna, questa non me lo ha mai toccato per mano, figuriamoci un rapporto orale, le ho chiesto se le faceva schifo e la sua risposta è stata ; L’ho fatto con tanti , con te non riesco, poi ho saputo che era per via della dimensione.
    Un’altra mi ha mandato la foto del pene eretto del suo ex su WhatsApp( un pene di almeno 18 cm) come per dire, questo è come dio comanda, quest’ultima non mi risulta abbia avuto lamentele con me.
    L’ultima dopo una prima notte di sesso alla fine dei giochi mi ha riferito; il mio ex aveva un affare così… ma chi glielo ha chiesto?
    Sono due i casi, ho io ho avuto a che fare con sciacquette compreso la mia ex consorte oppure la maggioranza di donne sono così.
    Ps; Il mio pene pur essendo forse sotto la media nazionale è circa 14,7 cm X 12.7 di circonferenza.

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    Sembra complicato ma gli ometti devono eliminare il fattore pene sotto misura, sempre che questo non sia una patologia importante, mettersi il cuore in pace e andare avanti a muso duro, ragazze, donne che non fanno caso alle misure ci sono, trovarne una dove ci sia compatibilità, armonia, chimica, il resto arriverà.

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